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Una notte al Rifugio Velo della Madonna

Racconti dalle Pale

Un'escursione tra panorami mozzafiato e
riflessioni sotto le stelle.

San Martino di Castrozza, luglio, è notte, sono arrivata solo oggi, il tempo di appoggiare i bagagli, una doccia veloce, una cena ancor più rapida e poi fuori ad osservare le stelle.

Una lucina sempre accesa cattura la mia attenzione, è lontana, sembra essere sospesa nel nulla, si trova sotto due montagne, proprio quelle che più mi hanno colpita quando sono arrivata e ho chiesto il loro nome. Mi hanno risposto: il Velo della Madonna e il Sass Maor. Quelle due montagne sembrano avere un’anima ho detto, hanno un profilo così particolare e sono così vicine che sembra non esserci separazione tra loro.

Palaronda-Trek-Nord-Tappa-3

Scopri il luoghi citati nel racconto

Ma torniamo a noi: cos’era quella lucina? Certo, che sciocca, è la lucina del Rifugio Velo della Madonna, troppe le coincidenze che mi portano là. Ho deciso, devo andarci. Così il giorno seguente, zaino in spalla, mi incammino lungo il sentiero 721, quello un po’ più lungo, che passa sotto i campanili di Val di Roda, mi dicono molto panoramico. Effettivamente di rara bellezza. Ad un certo punto del mio cammino, incontro il sentiero 713 che mi porta finalmente al Rifugio. Non è particolarmente grande, è di pietra grigia, con le finestre azzurre e bianche. Davanti una bandiera che svolazza, in lontananza sullo sfondo c’è San Martino: che piccola sembra da qua! Di fronte a me il profilo della catena del Lagorai. Mi chiedo in quale paradiso io sia capitata, ma quello che rapisce maggiormente la mia attenzione è la grandezza della montagna dietro al rifugio. È imponente, verticale, se cerco di guardare la sua sommità mi gira la testa da quanto è alta, così mi siedo a contemplarla.

Il tempo passa velocemente, ed è già arrivato il momento di cenare. Nella sala da pranzo del rifugio l’atmosfera è calda, ognuno racconta la sua avventura: due francesi mi parlano del Palaronda, spiegandomi che è un percorso sulle Pale con pernottamento nei Rifugi, poi un italiano e un tedesco mi raccontano che si sono conosciuti lungo l’Alta Via numero 2, e ne percorreranno un pezzo assieme…c’è chi domani andrà a fare lo Spigolo del Velo, insomma, mille avventure si incrociano tra queste montagna! Quante imprese raccontate davanti ad un buon piatto caldo e, perché no, anche ad una birra.

È presto notte, decido di prendere un po’ d’aria e guardare laggiù, nella stessa direzione da cui 24 ore prima è partito tutto… ed ecco lo spettacolo più bello, sopra di me, un mare di stelle, giro su me stessa per trovarne la fine, poi mi sdraio ad osservarle, quante sono? E quanto sono luminose? La luna mi regala l’ultima sorpresa, facendo capolino alle spalle del Sass Maor, i profili delle montagne perfettamente delineati.

Sono le 22 ed è ora di spegnere tutto, ma resta negli occhi quella luce che brilla: ora è tutto chiaro, il Velo fa parte di quel cielo stellato.

Rifugio gremito di avventori, calde storie di scalate e sentieri montani si intrecciano tra un piatto fumante e una birra.

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